Magico, romantico incontro di culture, dirsi “Sì” quando lo sposo è iraniano, la sposa giapponese, vivono negli Usa e hanno scelto come scenario d’eccezione la location di Tenuta Monacelli, con la sua natura mediterranea, le sue architetture storiche che narrano di incontri.

Emozioni uniche nell’uliveto secolare, testimone privilegiato di tutta la cerimonia, con le sue arcane, archetipe simbologie. Un mix di culture e lingue nelle promesse, nei discorsi, nei riti di benedizione.

Le famiglie degli sposi bevono secondo una tradizione iraniana un sorso di miele, augurio di prosperità, e insieme celebrano il più complesso rito del Sake, la bevanda alcolica giapponese a base di riso, simbolo del nuovo legame tra le famiglie, offerta con un particolare servizio e un rituale basato sul numero tre.

Alla fine della cerimonia gli sposi lanciano, al posto del tradizionale riso, foglie di ulivo, protagoniste, tra delicate sfumature di bianco e nebbiolina, anche dei centrotavola sulle tre lunghe tavolate. Particolari esotici il tetto di luci sull’uliveto simile ad una pagoda orientale, i piccoli portafortuna giapponesi come segnaposto ed il palco per il ballo american Style.

Il cibo, invece, rigorosamente mediterraneo e a Km 0 nelle apprezzate creazioni dello chef Andrea Serravezza. Dialogo tra culture il momento musicale: swing americano, danze etniche iraniane a la travolgente, immancabile pizzica, in un tripudio di note e di colori.

Se la scritta luminosa “Love” impreziosisce il taglio della torta sullo sfondo degli ulivi, italiano è il motto – emblema degli sposi: “Amici, Amore, Famiglia”

“What a Wonderful World” di Louis Armstrong; il leitmotiv perfetto per queste atmosfere weddding a Tenuta Monacelli.

Lucia Buttazzo

Foto: Marco Schifa
Fiori: Rollo Fiori
Luci: Fratelli Parisi