“Fra i dipinti di Modigliani, quello che amo di più è Il grande nudo, del 1919 circa. Un altro nudo che mi affascina è La Venere di Urbino di Tiziano. C’è un doppio giallo legato a questo quadro: non si conosce l’identità della signora – una prostituta? Una contessa? – e inoltre vi è un’ambiguità nella posizione della mano: gesto di pudore o di piacere?”

Questa riflessione di Corrado Augias, mi è tornata in mente guardando le immagini della mostra CorpiSTRAvolti.

Una sequenza di scatti, realizzati da MARACA Fotografia, oltre settecento nudi di corpi maschili e femminili tutti senza volto e non riconoscibili. Un progetto nato dall’idea di spogliare il corpo dalla volgarità e dalla banalizzazione del nudo come ostentazione da mercificare e di restituirlo al valore della bellezza pura.

Il fotografo ha dosato con sapienza il bianco e nero lasciando alla luce il compito di regalare morbidità e contrasto alle forme.

Le sue foto partono dal concetto di nudità plastica delle statue del periodo classicista ma lo rivisitano in chiave moderna, rappresentando in qualche modo il rapporto emozionale che ognuno di noi ha con il proprio corpo.

I nudi, pur privati del volto, esprimono a seconda dei soggetti immortalati,  pudore, piacere, ritrosia, orgoglio, timidezza a volte amore verso sè stessi.

Ogni singolo scatto è il racconto di un sentimento o di un’emozione espressi con il linguaggio non parlato del proprio corpo.

Una lunga sequenza emozionale che rende questa mostra imperdibile.

http://www.corpistravolti.it/